Ritorno al nucleare


Accelerata del governo italiano verso il nucleare in seguito ad un epocale accordo concluso tra il premier Berlusconi ed il presidente francese Sarkozy che consentirà un rapido ritorno in Italia dell'atomo cancellato con il referendum dell'87. Con l'accordo tra Enel (secondo produttore europeo dopo l'affare Endesa) e la francese EDF per la realizzazione di centrali basate sui reattori EPR (European pressurized water reactor).
Questi reattori, i cui primi esemplari sono in costruzione in Finlandia, Francia e Cina, prevedono più sistemi di protezione rispetto ai modelli precedenti: quattro sistemi indipendenti di refrigerazione d'emergenza (ognuno capace da solo di refrigerare il nocciolo del reattore dopo lo spegnimento); contenimento metallico attorno al reattore; contenitore e area di raffreddamento passivo del materiale fuso; doppia parete esterna in calcestruzzo armato spessa 2,6 metri e progettata per resistere all'impatto diretto di un grosso aereo di linea.

Grazie alle ultime operazioni con Endesa ed EDF l'ENEL va ad ampliare la propria presenza nel mercato dell'energia nucleare potendo contare sui 12,2 terawattora prodotti in slovacchia a cui si sommano i 26 terawattora spagnoli. Il colosso energetico italiano è anche presente in Romania dove partecipa alla costruzione di due reattori ed in Russia.

La legge che consentirà la costruzione delle centrali nucleari è in discussione presso la commissione Industria al Senato e, non appena sarà emanata si potrà procedere alla creazione di un consorzio Italo-Francese (con ENEL al 60%) che provvederà alla realizzazione delle nuove centrali nucleari italiane, in modo da diversificare l'approvvigionamento energetico.