La rabbia
Sono arrabbiato, incazzato come tutti i tifosi amaranto per la conclusione del mercato. Non che mi aspettassi l'arrivo di chi sa quale fuoriclasse che potesse farci vincere le auspicate otto partite (quando in oltre 20 siamo stati in grado di vincerne solamente 3).Il campo giudice supremo ha detto che "la nostra Reggina" è stata allestita malamente, ha una difesa che è la banda del buco zimbello della serie A, un centrocampo che non riesce a fare un filtro adeguato ed un attacco asfittico con il solo Corradi a cantare e portare la croce.
La piazza è incazzata, la piazza si chiede come mai dopo 9 anni di serie A ci si è ridotti così, la piazza non ha più entusiasmo, la piazza si chiede che fine abbiano fatto gli euro incassati dalle innumerevoli e lucrose cessioni di questi ultimi anni, la piazza si chiede com'è si è fatto a passare da Pirlo&Baronio a Barillà&Viola (che saranno pure giovani di prospettiva del Sant'Agata ma che non hanno le qualità dei due giovani centrocampisti del primo anno di serie A). La piazza è arrabbiata, la piazza è delusa per l'illusione di un mercato che ha portato solo all'ingaggio del solo Krajcik.
La piazza si chiede perché?
Siamo sul baratro del fallimento? Si sta azzerando il parco giocatori per liquidare tutto?
Il presidente si sta preparando a scappare con la cassa in uno dei tanti paradisi tropicali?
La piazza si chiede perché, ad un certo punto della storia amaranto sia stata smantellato quel triunvirato Foti-Martino-Iacopino che aveva portato la squadra della nostra città dalla quasi C2 alla serie A. Con l’uscita di scena dei due storici dirigenti reggini sono iniziati i problemi organizzativo/tecnici che stanno alla base di questa crisi.
La piazza si chiede perché, dopo la salvezza miracolosa successiva alla condanna della società amaranto per slealtà sportiva, il presidente abbia fatto di tutto per raffreddare gli entusiasmi di una piazza pronta a infiammarsi ancora con un nuovo ed insperato campionato di serie A.
La piazza si chiede perché il presidente abbia perseverato con gli stessi errori? Presunzione? Delirio di onnipotenza?
La piazza è arrabbiata, io sono arrabbiato.
L’orgoglio
E’ l’unica cosa che ci rimane e che può dare una fievole speranza di salvezza. Reggio nel corso della sua storia millenaria è stata invasa, è stata distrutta da cataclismi naturali ma ha sempre avuto l’orgoglio e la forza di rialzarsi, è nel nostro DNA di cittadini reggini. Ora chiediamo ai calciatori amaranto di tirare fuori gli attributi, di lottare su ogni pallone, di dare il 200% per riuscire a realizzare una prodigiosa impresa. Tutti, ormai, ci danno per retrocessi, da ora in avanti bisogna giocare con il coltello tra i denti, non si ha più nulla da perdere.
Bisogna ripartire dall’orgoglio del capitano Ciccio Cozza deus ex machina, artefice primo di tante salvezze,
dalla voglia di combattere di un indomito Corradi. E chi non ha questa voglia di lottare è pregato di dirlo subito ed accomodarsi la domenica sul divano del proprio salotto.
Serve l’orgoglio di una piazza che dovrà sostenere la squadra fino alla fine, fino ad avvenuta retrocessione e se dovesse arrivare la serie B non fornire l’alibi al presidente di una piazza ostile o assente.
E’ se dovesse arrivare il declassamento serve l’orgoglio della contestazione, di assordanti fischi che facciano capire al presidente che noi siamo la Reggina 1914, noi non abbiamo mollato abbiamo lottato contro tutti e tutto, noi vogliamo rispetto, noi vogliamo tornare in serie A.
Serve l’orgoglio di una piazza quasi assuefatta dalle gesta di un presidente a cui si è perdonato di tutto in questi anni e che molto lentamente sta tornando in se.
La ragione.
I fatti dicono che stiamo pagando gli errori fatti dal presidente negli ultimi anni. La totale assenza di un progetto tecnico ha portato ad avere un organico di 28 elementi di cui almeno la metà non in grado di giocare nella massima serie. Calciatori acquistati quasi in stock, nella speranza di buona riuscita di almeno uno di essi per poter incassare una plusvalenza che copra costo d’acquisto ed ingaggi di tutto lo stock.
Abbiamo appurato che lo sfoltimento della rosa non è stato possibile perché nessuno ha voluto accollarsi i giocatori proposti dalla Reggina ed in una tale situazione non sarebbe stato possibile aggiungere i 3 elementi mancanti e richiesti dalla piazza. Bisognerà attendere giugno e cercare di fare tabula rasa anche con le rescissioni contrattuali per poter rifondare tecnicamente la squadra.
Il presidente si è trovato dinanzi a due opzioni: spendere e svuotare le casse societarie senza aver sfoltito l’organico per poi magari retrocedere e fare la fine del FC Peloro Messina oppure non fare nulla e sperare nel suo celebre deretano e in caso di retrocessione sfruttare il paracadute e soldi in cassa risparmiati per allestire una squadra in grado di tornare immediatamente in serie A.
Pare abbia scelto la seconda opzione.
Nel regno unito si dice “God save the Queen” a noi non resta che dire “Dio salvi la Reggina”.
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